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Diritto fallimentare

Dichiarazione di fallimento

Dichiarazione di fallimento

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Stato di insolvenza dell’imprenditore​

La dichiarazione di fallimento per l’imprenditore comporta che deve trovarsi in uno stato d’insolvenza tale da non poter più soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.

Essere consapevoli del proprio dissesto economico imprenditoriale ed avvalersi fin da subito dell’ausilio di un avvocato esperto in diritto fallimentare rappresenta la scelta più logica.

In tal modo, se adeguatamente assistiti e supportatati, si riesce cooperando ai fini  dell’adempimento delle proprie obbligazioni, a contenere i rischi legati al fallimento.

Dichiarazione di fallimento attività da compiere

In caso di dichiarazione di fallimento la prima attività cui bisogna ottemperare, ai sensi dell’ art. 14 della Legge fallimentare, è il deposito presso la cancelleria del tribunale delle scritture fiscali e contabili.

Da ciò emerge lo stato particolareggiato ed estimativo delle attività, l’ elenco dei creditori con i rispettivi crediti, l’indicazione dei ricavi lordi degli ultimi tre esercizi e di coloro che vantino diritti reali, o personali, sui beni del fallito.

Tutte le successive attività si svolgono sotto il controllo del giudice fallimentare che provvede alla nomina di un curatore del fallimento, di regola un avvocato, o un commercialista.

Scelta dell’avvocato fallimentarista

La dichiarazione di fallimento presenta molteplici aspetti da gestire.

Il codice fallimentare è in continua evoluzione e soltanto un avvocato fallimentarista può giudicare se la dichiarazione di chiusura rappresenti lo strumento idoneo da intraprendere e quale sia l’iter più adatto.

L’Avvocato Gianluca Sposato, ha fondato l’Associazione Custodi Giudiziari e Delegati alle Vendite Immobiliari di cui è Presidente Onorario.

Nel corso della sua carriera ha formato avvocati, dottori commercialisti, custodi giudiziari e curatori fallimentari con corsi di aggiornamento sulle principali tematiche in ambito di procedure concorsuali e fallimento.

Lo Studio Legale Sposato propone strumenti a tutela del fallito, attraverso una attenta valutazione dell’ attività del giudice delegato, gestendo rapporti con il curatore fallimentare e comitato dei creditori del fallito.

Svolge la propria attività a sostegno delle imprese per la migliore gestione della crisi ai fini di evitare il fallimento, ottimizzando anche i costi delle procedure liquidatorie.

Per esame di casi relativi la dichiarazione di fallimento è possibile richiedere una consulenza a pagamento nell’area Assistenza Legale24h.

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Diritto fallimentare

Gestione della crisi d’impresa

Gestione della crisi d’impresa

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Soluzioni per evitare il fallimento

La gestione dell’insolvenza societaria è volta ad evitare attraverso la domanda di  concordato preventivo il fallimento dell’imprenditore, o ad assisterlo nella relativa procedura di gestione della crisi d’impresa.

Il tribunale fallimentare è investito dell’intera procedura e provvede alla nomina, revoca, o sostituzione degli organi del fallimento.

Questi sono rappresentati dal giudice delegato, dal curatore fallimentare e dal comitato dei creditori.

Come avviene la gestione della crisi d’impresa?

La gestione dell’insolvenza dell’impresa non può prescindere dalle difficoltà economiche in cui versa l’imprenditore e dalla possibilità di evitare il fallimento, come previsto dal Codice della crisi e dell’insolvenza.

Con lo strumento della procedura di allerta, prevista per la risoluzione della crisi in via stragiudiziale ai fini dei evitare l’insolvenza dell’imprenditore, o con la liquidazione giudiziale in caso di fallimento della procedura di allerta.

Ottimizzazione costi della fasi liquidatorie

Lo Studio Legale Sposato, fondato nel  1949, grazie alla visione strategica ed esperienza consolidata nel mondo dell’impresa, è in grado di fornire un quadro chiaro e completo della situazione di insolvenza aziendale.

Il nostro team è costituito da avvocati d’impresa, consulenti aziendali, curatori fallimentari, revisori legali, dottori commercialisti e revisori contabili, per la migliore gestione della crisi d’impresa.

Per individuare le soluzioni da intraprendere, al fine di limitare i danni, ottimizzando i costi e gestendo le varie fasi procedurali e liquidatorie.

L’Avvocato Gianluca Sposato, è Revisore dei Conti dell’I.S.L.E. Istituto per gli Studi e la Documentazione Legislativa che opera sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

L’Istituto collabora alla impostazione tecnica e alla documentazione delle attività legislative del Parlamento e degli altri organo costituzionali dello Stato.

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Fallimento del debitore esecutato

Fallimento del debitore esecutato

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Il fallimento del debitore esecutato comporta di regola quale conseguenza principale l’improcedibilità dell’esecuzione immobiliare.

Tale principio prevede, tuttavia, alcune eccezioni.

Cosa succede quando interviene il fallimento nella procedura esecutiva?

Pur in presenza di un debitore fallito, la procedura esecutiva può andare avanti qualora tra i creditori ve ne sia uno il cui titolo esecutivo sia costituito da un contratto di mutuo fondiario.

Oppure qualora l’organo fallimentare rappresentato dal Curatore, dietro autorizzazione del Giudice Delegato, si costituisca nella procedura esecutiva immobiliare con lo scopo di porre l’immobile sottoposto a pignoramento in vendita in tale sede, in luogo di quella fallimentare.

In presenza di tali circostanze, il corso dell’esecuzione può essere proseguito ed il bene pignorato può essere regolarmente venduto.

Sempre secondo le ordinarie modalità di vendita senza incanto o con incanto, con conseguente successivo pagamento del saldo prezzo ed emissione del decreto di trasferimento in favore dell’aggiudicatario.

Conseguenze del fallimento del debitore nella procedura esecutiva

Una ulteriore conseguenza del fallimento del debitore, nell’ipotesi in cui l’esecuzione possa essere proseguita, riguarda la distribuzione di quanto ricavato dalla vendita dell’immobile pignorato.

Infatti, proprio per le prerogative che la legge prevede in favore del creditore fondiario e del Fallimento, il ricavato della vendita può essere distribuito solo in favore di tali soggetti e non anche in favore di altri eventuali intervento dei creditori.

Inoltre, nel concorso tra il creditore fondiario ed il Fallimento, il primo, in quanto titolare di un privilegio ipotecario di primo grado derivante da un credito di natura fondiaria, viene preferito al secondo in sede di distribuzione del ricavato.

Mentre gli altri eventuali creditori, qualora intendano essere soddisfatti del loro credito, dovranno necessariamente intervenire e costituirsi nella procedura fallimentare.

Ovvero depositare in detta procedura una istanza di ammissione, al fine di poter partecipare alla distribuzione di quanto la Curatela fallimentare sarà riuscita ad ottenere dalla vendita dei beni del fallito.

Riproduzione vietata tutti i diritti riservati Sposatolaw – pubblicato sul Messaggero dall’Avvocato Gianluca Sposato esperto in diritto immobiliare 

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Amministrazione del fallimento

Amministrazione del fallimento

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L’amministrazione del fallimento viene svolta dal curatore fallimentare.

Il curatore del fallimento è un avvocato o commercialista e ha il compito di provvedere allo svolgimento di tutte le operazioni della procedura fallimentare.

La sua attività è svolta sotto la vigilanza del giudice del fallimento e del comitato dei creditori.

Diritti dell’imprenditore fallito

L’imprenditore che sia fallito per tutelare i suoi diritti deve necessariamente essere seguito da un avvocato esperto in diritto fallimentare.

Ciò al fine di verificare il corretto adempimento dell’attività del curatore il quale è tenuto, ai sensi dell’art. 38 della legge fallimentare, ad espletare il proprio incarico con diligenza.

Il curatore nell’amministrazione del fallimento, infatti, deve annotare, giorno per giorno, in un registro vidimato le operazioni relative alla sua attività.

Occorre tenere conto, per di più, che l’azione di responsabilità del curatore revocato non può essere proposta dal fallito, ma deve essere proposta dal nuovo curatore previa autorizzazione del giudice delegato, ovvero del comitato dei creditori.

L’avvocato del fallimento

L’avvocato del fallimento deve tutelare i diritti dell’imprenditore fallito occupandosi della corretta amministrazione del fallimento da parte del curatore.

Deve, pertanto, verificare il corretto adempimento dell’organo fallimentare e denunciare eventuali violazioni di norme e irregolarità procedurali al tribunale.  

Ciò per assicurare che l’azienda non venga depauperata del suo patrimonio, gravata di ulteriori spese, o svenduta attraverso azioni illecite, o condotte criminose.

Pertanto risulta fondamentale vigilare sull’operato del curatore fallimentare, coordinandolo, relazionandosi con il giudice fallimentare e con il comitato dei creditori.

Ogni attività deve  essere svolta al fine di garantire il corretto adempimento di tutte le fasi della procedura fallimentare, fino al piano di riparto ed alla chiusura del fallimento.

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Concordato preventivo

Concordato preventivo

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Il concordato preventivo è uno strumento di risoluzione e gestione della crisi di impresa.

L’imprenditore che si trovi in stato di insolvenza può accedere all’istituto, ricorrendo determinate condizioni previste dalla legge fallimentare.

Finalità del concordato preventivo

Al fine di favorire il risanamento dell’azienda e la prosecuzione dell’attività di impresa, la legge fallimentare mette a disposizione dell’imprenditore in crisi, o in stato di insolvenza, lo strumento del concordato.

Questo per evitare la dichiarazione di fallimento.

Lo strumento consente di proporre un accordo con i creditori destinato ad una soddisfazione delle ragioni creditorie.

Sulla base di un piano che può prevedere la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma consentita, tra cui anche l’attribuzione delle attività ad un assuntore.

Come si propone la domanda di concordato preventivo?

La domanda di concordato si propone con ricorso sottoscritto dal debitore dinnanzi al Tribunale del luogo in cui l’impresa ha sede.

Essa prevede una gestione negoziata dell’insolvenza, a partire dalla domanda di ammissione al concordato preventivo che deve essere accompagnata da una relazione redatta da un professionista.

Di regola Avvocato, Commercialista, o Revisore dei Conti, che certifichi la veridicità dei dati aziendali e fornisca un parere sulla idoneità del piano di assolvere la funzione cui tende la procedura di risanamento.

Fasi del concordato preventivo

Non sempre è possibile accedere alla procedura del concordato.

I presupposti per l’ammissione all’istituto sono contenuti  nell’articolo 160 della legge fallimentare, tenuto conto della necessità di individuare l’ammontare minimo del grado di soddisfacimento dei creditori.

Quanto al contenuto della proposta deve contenere un piano per la ristrutturazione dei debiti e soddisfazione dei crediti, con relativa revisione e certificazione contabile.

Il  giudizio di ammissione è subordinato al giudizio di ammissione e votazione della proposta di concordato con nomina di un commissario giudiziale.

Assistenza legale nella procedura di concordato

Lo Studio Legale Sposato vanta ruoli di consulenza aziendale, revisione e certificazione contabile, rappresentanza legale, assistenza stragiudiziale e gestione del contenzioso, con un team di professionisti altamente specializzati.

L’Avvocato Gianluca Sposato è Revisore dei Conti dell’I.S.L.E. – Istituto per gli Studi e la Documentazione Legislativa, che opera sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

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Diritto fallimentare

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La procedura fallimentare è una procedura giuridica attraverso cui viene sottoposto ad esecuzione il patrimonio di un imprenditore commerciale.

Il diritto fallimentare trova applicazione quando l’imprenditore venga a trovarsi nell’impossibilità di far fronte regolarmente agli impegni assunti nei confronti dei creditori.

Chi non può essere sottoposto al fallimento?

Ai sensi  dell’art. 1 della Legge fallimentare non sono assoggettabili al fallimento  gli enti pubblici, gli imprenditori agricoli, gli imprenditori che esercitano una attività commerciale ed i piccoli imprenditori. 

Quanto al concetto di piccolo imprenditore occorre tenere presente che con la riforma del 2006, requisiti essenziali per rivestire tale qualifica è, alternativamente:

  • l’avere effettuato investimenti nell’azienda per un capitale di valore superiore a 300.000,00 euro,
  • ovvero aver realizzato ricavi lordi calcolati sulla media degli ultimi tre anni, o dall’inizio dell’attività, per un ammontare complessivo superiore a 200.000,00 euro annui.

Il fallimento del debitore esecutato comporta di regola quale conseguenza principale l’improcedibilità dell’esecuzione immobiliare.

Consulenza in materia di diritto fallimentare

Lo Studio Legale Sposato presta consulenza nell’area di insolvenza e gestione della crisi di impresaamministrazione del fallimento, concordato preventivo.

L’attività viene svolta con l’ausilio di professionisti che operano esclusivamente nel settore del diritto fallimentare ed collaborano stabilmente con il nostro Studio,in materia commerciale e fallimentare.

Forniamo assistenza ad autorità ed organismi preposti allo svolgimento di procedure riguardanti banche, imprese, clienti interessati a rilevare aziende, o beni nel contesto di procedure di liquidazione degli attivi fallimentari sin dalla dichiarazione di fallimento.